I MIEI LETTORI

venerdì 28 ottobre 2016

Intervista col creativo! Creatività , amicizia e solidarietà.


Amicizia , creatività e solidarietà: questo si respira in casa di  Genny Graziella Pattaro.

E io credo che quando la capacità di fare cose belle si fonde con la bontà e la generosità non si possa auspicare connubio migliore.

Andiamo dunque a conoscere la nuova amica creativa .


D. Ho letto sul tuo blog che con un gruppo di amiche create per poi vendere nei mercatini durante le festività e donare il ricavato in beneficenza: vuoi parlarci di questo vostro progetto?


E’ Stata un’idea nata circa 15 anni fa per poter aiutare un gruppetto di persone del nostro paese che operava in diverse parti dell’Africa per aiutare i Missionari.

Poi il gruppo è cresciuto e si è formata un’Associazione. Diverse persone ogni anno andavano ad aiutare sul posto ( con progetti anche importanti) i  Missionari che chiedevano aiuto . 

Ci siamo a nostra volta lasciate coinvolgere dalle testimonianze dei lavori che venivano realizzati e dal bisogno di aiuto sempre crescente di quei nostri fratelli Africani che vivevano in condizioni pietose. 

 Così è nata l’idea di poter fare qualcosa per ricavarne un contributo e metterlo a disposizione per queste iniziative. 

Siamo così partite col realizzare dei piccoli manufatti recuperando ritagli di stoffe, nastri. lane, fili ….altro…mettendo a disposizione il nostro tempo libero e la nostra manualità ed anche inventiva.  

sacchettina

saponette decorate

D. Come decidete cosa realizzare : è sempre un lavoro di gruppo oppure ognuna fa per sé e poi riunite il tutto per la vendita? Com'è creare in compagnia?

E’ di gruppo e non . Se una propone una cosa e la crea va benissimo basta che sia carina e realizzata con amore.

Diciamo che è di gruppo in linea di massima perché ci troviamo assieme spesso e questo avviene a casa mia in quanto ho una grande stanza disponibile per il materiale ecc… ed è anche da me che partono le ricerche e le idee del da farsi . 

Poi ognuna può mettere del suo per migliorare il manufatto. Faccio un esempio: stiamo realizzando delle Pigotte :io preparo il tessuto e  ci disegno sopra il modello della Pigotta da cucire.

Può essere che una volta disegnatene una decina le passo a una del gruppo che le cuce a casa sua nei ritagli di tempo .Questa le cuce le ritaglia e le gira pronte per imbottirle con l’ovatta.

Poi bisogna tagliare il vestito ecc. e così via. Ormai ci conosciamo bene e si sa chi predilige di più fare una cosa e chi un’altra e si collabora. Alla fine ci si ritrova per imbottire , vestire attaccare i capelli ecc.

La compagnia si crea da se : sono partita io che so creare una bambola dall’inizio alla fine. 

Poi ho chiesto aiuto ad una vicina di casa, con la quale siamo amiche e ho cercato di coinvolgerla nel progetto chiedendole : "mi daresti una mano? Cosa faresti ….Ti va di cucire il vestito per le bambole?  Te lo preparo tagliato, oppure cuci la base della bambola?" 

Per creare una compagnia per primo bisogna cercare di conoscerci, poi  bisogna capire cosa si predilige e si sa fare e inventare eventualmente il manufatto adatto. 

Comunque anche quella che sa fare poche cose è importante perché un oggetto è realizzato in linea di massima da tanti passaggi .

Attualmente siamo in 5 che lavoriamo spesso assieme , poi un paio che abitano più lontane realizzano anche da sole dei lavori di cucito e a maglia.


bracciali e collane

Altre due amiche ,invece, passano per disegnare o dipingere facce alle nostre bambole.

Pigotta

Pigotte



D. Quali sono le tecniche creative che prediligi ?

Vado a periodi a volte il cucito, a volte i ferri, l'uncinetto, il ricamo (in particolare il punto croce) , il decoupage… ma anche  altro.

quadro a punto croce

Mi ricordo un anno, durante l’estate, ho cercato dei sassi e sassolini per poter creare dei piccoli presepi qualcuno si può vedere qui 

Poi ho creato anche piccole casette con le cortecce degli alberi..o dei pini che avevo in casa .

Mi piace tanto creare con asciugamani e canovacci così ,se fai un regalo , può essere   presentato in modo simpatico.

D. Dove prendi l'ispirazione per i tuoi lavori ?

Internet, riviste creative ma le idee  possono venirmi in mente anche da un oggetto qualunque tipo una  scatola: mi dico "meglio che la tenga magari la rivesto con della stoffa e può essere utile oltre che bella…. "

Infatti a casa ho un sacco di roba e non riesco a buttarla perché sono certa che poi mi pento perché senza dubbio salta fuori che prima o dopo mi serve.

cornice

D. Che valore dai al lavoro artigianale?

Molto valore perché è impegnativo, laborioso, fantasioso , importante. Solo chi lo realizza sa quanto vale. 

Di solito non viene capito. Nel mio caso è molto importante anche per il fatto che tiene unite delle persone che assieme si completano , si tengono compagnia, chiacchierano, a volte si scontrano con idee diverse . 

Sanno comunque che lo scopo finale è importante. E poi che dire avere la mente occupata ad una certa età è già una medicina….



D. Credi nell'amicizia?

Si ci credo perché ne ho avuto le prove. 

E’ anche vero che si possono contare sulle dita ma esistono veramente delle persone che Ti sono amiche per una vita. 

Io questa fortuna ce l’ho. Posso contare su di Loro , so che se chiedo aiuto anche se sono prese con i Loro problemi fanno di tutto per esserci. 

Il bello è che a Loro volta dicono a me : "se non c’eri Te quella volta….." e mi riferiscono di cose che io neanche ricordo . 

Penso che Tutti possano avere delle buone amiche o che potrebbero mantenere le amicizie ,però logicamente c’è di mezzo in particolare la lontananza, gli impegni, la famiglia la vita in genere dove ci porta. 

L’amicizia per coltivarla bisogna averla abbastanza a portata di mano. Bisogna saper ascoltare, aiutare, perdonare dare e ricevere consigli che non sempre sono quelli che ci si aspetta…. E tanto altro.

pippi calzelunghe


D. Mi capita spesso di sentire colleghe prossime alla pensione lamentarsi del loro stato assalite dal timore di dover cambiare il loro modo di vivere: i lati positivi di una vita da pensionata e quelli negativi secondo il tuo parere

Bisogna prepararsi mentalmente anche per andare in pensione e sapersi creare delle alternative.

E’ vero che cambi completamente ma è anche vero che puoi avere più tempo libero per fare quello che ti piace.

Non hai più orari fissi, ti gestisci come ti pare. Io ho trovato positivo avere tempo libero per poter dare una mano a famigliari ammalati cosa che se avessi continuato a lavorare  non avrei potuto fare.

borsa

Poi mi sono dedicata di più alla casa, al giardino, all' orto. 

Il fatto di dedicarsi al  volontariato è poi importante perché trovi tante cose da fare, inoltre fai degli incontri con il gruppo e scambi opinioni , conosci altre persone (nel mio caso tante molto più giovani). 

Non ti trovi spaesata : se vado in giro anche a fare le spese o altro, incontro sempre qualcuno che conosco per scambiare due parole o prendere un caffè assieme.

I lati negativi per me sono legati solo alla età e agli acciacchi che si fanno avanti.

berretto e scaldacollo


D. Cosa cambieresti della tua vita passata o di quella attuale?

cercherei per la vita passata di migliorarmi tenendo conto delle esperienze avute. 

Inoltre avendo potuto, logicamente,  non avrei voluto la malattia di mio marito che ha condizionato tanto un vivere sereno .

Attualmente, invece,  sto convincendomi ad eliminare qualche impegno ,ma non so se lo farò.

D. La tua scelta di vita più difficile ma che rifaresti se potessi tornare indietro.

Non ho fatto scelte difficili ma passato periodi difficili. 

Quando scegli di fare una cosa sei convinta che sia giusto farla e se le cose poi non vanno come pensavi non vale la pena piangersi addosso. 

Ecco tutto questo è Genny Graziella e il suo mondo : un ben riuscito mix di saggezza e positività .
beta la pecorella


scatola decorata


Ci ha lasciato anche il link per un tutorial molto molto carino con il quale impareremo ad utilizzare in modo creativo gli asciugamani.

Felice di avervi fatto conoscere un'altra persona speciale , vi abbraccio e vi do appuntamento alla prossima intervista , perché il viaggio nel mondo della creatività è sempre pieno di nuove sorprese.



Baci 
Clelia

Intervista pubblicata anche su latinacorriere.it





giovedì 20 ottobre 2016

Intervista col creativo! Pupetta Greco : la fatina degli amigurumi!


Pupetta Greco è :

- geniale : un pozzo di idee che non conosce fondo
- magica : Come una moderna Mary Poppins, dal suo cesto di gomitoli colorati tira fuori veri capolavori
- poetica : ogni sua creazione vi arriva al cuore , vi parla di amore e dedizione
- un' artista : solo così può definirsi chi crea vere e proprie opere d'arte.

Sono davvero felice , dunque, di potervi presentare la fatina degli amigurumi: la sua storia vi emozionerà.


D. Ti ho conosciuta su Facebook in uno dei tanti gruppi dedicati agli appassionati di amigurumi. In te come è iniziata questa passione ?


Sono sempre stata una persona curiosa e l’uncinetto è stata una di quelle attività che mi ha sempre affascinato fin da bambina quando  osservavo i movimenti precisi e veloci delle mani ora della nonna, ora della zia e delle "anziane signorine", vicine di casa che erano abili maestre di trine e merletti e ogni tanto mi regalavano un loro campioncino.  
Incantata non mi spiegavo come potessero venir fuori quei manufatti così precisi e belli da un semplice uncinetto. Volevo provarci anch'io.





Mia madre all’inizio, non era troppo favorevole che io imparassi a utilizzare l'uncinetto. Temeva che mi distraessi dallo studio e perdessi tempo. - Ma -, le replicavo: - l'uncinetto è un passatempo, non un perdi tempo! - Così di nascosto “rubavo” con gli occhi la tecnica dalle mani sapienti, prima della nonna, poi della zia, per carpire i punti base. Il passo successivo è stata un vero innamoramento. Dopo aver acquisito la manualità, mi divertiva fare centrini e merletti, successivamente ho continuato a realizzare magliette colorate da sfoggiare l’estate. 

Mia madre, nel frattempo, si è dovuta ricredere quando vedeva con quanta passione mi cimentavo a realizzare i miei piccoli "capolavori". 
"Ha preso dalla nonna" dicevano le sue amiche. Si riferivano alla nonna paterna che io non ho mai conosciuto, ma che ne scoprivo la bravura dai manufatti che aveva lasciato.
  
Mia madre ormai aveva capito che per me l'uncinetto, così come il disegno e tante altre attività manuali, erano linguaggi non verbali con i quali mi piaceva esprimermi. Allora mi consigliava quando mi vedeva dubbiosa  e mi guardava compiaciuta quando ero soddisfatta del risultato raggiunto. 

Così senza ostacolare il cammino dell'adolescenza, l’uncinetto e ogni altra attività manuale, sono stati piacevoli compagni di viaggio negli anni giovanili. Ricordo che ero poco più di una bambina, frequentavo le scuole medie, ma ho voluto imparare anche il punto a croce per ricamare gli asciugamani per il corredo! Come vedevo fare alle ragazze da marito, molto più grandi di me, che stavano sedute agli usci di casa, nelle assolate giornate estive...

Passatempi e solo passatempi erano per me, quando di tempo ne avevo abbastanza da occuparlo con le mie curiosità. 

C’era come un filo diretto tra le idee creative che elaboravo nella mente e la manualità con la quale cercavo di realizzarle. Avendo dalla mia il benestare dei genitori che mi sostenevano tacitamente nelle mie "espressioni creative". Presi così l'abitudine di guardare con i loro occhi ciò che realizzavo! Ossia nei loro sguardi, leggevo via, via, la riuscita di una creazione, ne intuivo quando dovevo migliorare. Il loro compiacimento era ogni volta per me un vero e proprio regalo. Mio padre, senza proferire mai parole di lode, è stato il mio più grande ammiratore!

Con gli anni però, man mano che aumentavano e cambiavano gli impegni, diminuiva l’utilizzo dell’uncinetto, anche se non l’ho mai dimenticato del tutto. 


Non ho però mai smesso completamente l'abitudine di ritagliarmi il tempo da dedicare ad un "passatempo". Ne avevo bisogno per stare meglio con me stessa. Mi piace pensare che la creatività era (ed è rimasta) una forma di terapia psico-fisica, che mi rilassa. 
Ho sempre lasciato che la mia fervida immaginazione creativa, in ogni tempo, galoppasse leggera, passando dal fil di lana, al fil di ferro, dal foglio piegato con la tecnica degli origami, al cartone da modellare per finire con lo scrivere lettere e poesie su pezzi di carta anche senza destinatario... La materia, qualsiasi essa fosse, assumeva la forma delle mie idee e della mia fantasia. 

Come ho asserito, mi faceva piacere la tacita approvazione dei miei genitori che osservavano ora divertiti, ora incuriositi le mie idee prendere forma. A me invece divertiva sorprenderli sempre. 

Un anno ricordo, per Natale tornai a casa dall’università, con un involucro enorme, a stento entrava dalla porta di casa, ma per fortuna non era pesante. Non vedevo l’ora di svelarne il contenuto davanti ai loro sguardi interrogativi. Ed ecco la sorpresa. Ancora una volta ero riuscita a stupirli! Praticamente avevo riprodotto in scala, il nostro rione! 
I giorni a venire, mio padre portava man mano, come una visita guidata, i suoi amici a far ammirare quel regalo tanto originale, quanto voluminoso tanto da occupare una parte della stanza.

Raccontato così, sembra che il rapporto con i miei, fosse una continua richiesta di approvazione per colmare un mio vuoto affettivo! Niente di più errato, anzi, tutt’altro. Grazie a Dio mi hanno lasciata sempre libera di esprimermi, regalandomi un'infanzia serena e l’occasione di crescere, frequentando l’università lontana da casa. Ho ricambiato facendo della mia vita un atto di gratitudine. Un continuo Grazie per come mi hanno cresciuta, per il loro Amore gratuito, per l’educazione e l'esempio che mi hanno dato perchè diventassi una persona riconoscente per ogni dono che la vita da. 

L’uncinetto è ritornato nella mia vita per colmare un vuoto. Quel vuoto che mi hanno lasciato i miei. In particolare dopo la malattia di mia madre, mi sono ritrovata circondata da un vuoto e un silenzio abissale nonostante avessi una famiglia da accudire e un lavoro che mi teneva impegnata fuori casa. Cosi senza una vera apparente ragione ho ripreso l’uncinetto e la sera, quando certi pensieri si fanno più insistenti, mi ritrovavo ad accoccolarmi nella poltrona appartenuta a mia madre. È stato in quelle sere che presi l'uncinetto perchè incuriosita da alcuni lavori tridimensionale che avevo visto in giro. Non sapevo ancora che quella tecnica si chiamasse “amigurumi”. 



In concomitanza con questa nuova curiosità da sviluppare, mi iscrissi a fb per rintracciare persone che non vedevo da anni, da quando mancavo dal mio luogo d'origine, e ristabilire un contatto. Tramite fb. venni a conoscenza anche dei gruppi creativi, che mi aprirono una porta su un nuovo mondo: da li il passo successivo è storia recente.

La cosa sorprendente che ho cominciato a notare ogni volta che utilizzavo l’uncinetto, è che non mi sentivo sola! Attraverso i miei pensieri è come se continuassi a comunicare con i mie. Come se un filo sottile e invisibile continui a tenerci collegati.  Sono consapevole che è strano questo mio pensiero, alquanto bizzarro per qualcuno. Ma è così, non posso ignorarlo e non temo di esprimerlo.  Allora mi ritrovo a continuare a “guardare” con gli occhi dei miei genitori ciò che realizzo, a “sentire” i loro consigli. A “percepire” il loro Amore senza tempo che continua ad alimentare la mia vita.

D. Non sei solita seguire schemi e , anche quando lo fai , i tuoi lavori sono sempre originalissimi e particolari: tra le tue mani è come se il filo prendesse vita e si desse forma da solo. Cosa guida le tue mani? Quanta fantasia ha Pupetta?

Gli schemi? Una vera sorpresa per me. 

Gli schemi che conoscevo erano una sequenza di crocette per eseguire i lavori a filet. Quelli che avevo sempre fatto fino ad allora. 

Con la scoperta dell’uncinetto 3D vengo a conoscenza di un nuovo "linguaggio". 

Ho imparato a seguire gli schemi quando ho iniziato a prendere parte agli eventi che si organizzano nei vari gruppi. 

Però se devo realizzare un personaggio che ho in testa o devo riprodurlo da una foto, mi è più consono realizzarlo a mano libera.

Mi chiedo: Che sia una reminiscenza di quando “rubavo” con gli occhi ciò che vedevo fare alle mie “maestre di uncinetto”? Non lo so, quello che so è che mi piace molto di più  e mi è più congeniale dare forma ad una idea che vorrei realizzare. Considero l’uncinetto e il filato come una sorta di argilla da modellare...

D. Cercando di conoscerti meglio , ho scoperto molto di te e che non sei soltanto bravissima con l'uncinetto ma altrettanto con la macchina fotografica: vuoi parlarci di quest'altra tua passione?

La fotografia è stata un’altra mia “curiosità” indotta, alimentata e appagata quando uno zio fotografo è entrato a far parte della mia famiglia di origine.

Era un “corteggiatore” d’altri tempi di mia zia, quando i corteggiamenti erano lunghi e romantici. Ed io, involontariamente sono stata un "strumento" del loro amore! Nel senso che questo giovane fotografo, per entrare nelle grazie di mia zia, non mancava occasione per farmi delle foto che poi regalava all'amata. 

Crescendo, sono passata dall'altra parte dell'obiettivo. Mi sono appassionata alla fotografia e ai suoi segreti. Tramite le foto in bianco e nero poi,  conservate gelosamente in album e scatole, mi lasciavo rapire dalla storia, a volte vera, altre volte immaginata, che quelle persone ritratte, "raccontavano" in quei frammenti di vita impressi nella pellicola. Da grande è stata logica conseguenza che mi restasse  questa passione.

D. "Dai piedi al cuore - creatività in movimento!" Questo è il nome della tua pagina fb . Cosa significa per Pupetta essere creativi? Inoltre hai scritto un libro con lo stesso titolo per raccontare una storia meravigliosa: ti va di parlarcene ?

“Dai piedi al cuore” è diventato un libro nel momento in cui il materiale che avevo scritto durante le trasferte con mio marito era diventato copioso. Potevo limitarmi a dare una copia di quel materiale cartaceo direttamente a lui senza stamparlo. L’idea del libro nasce quando in quelle pagine ho intravisto un doppio messaggio da condividere con altri. 



Doveroso fare una premessa, altrimenti non si capisce il senso del mio pensiero. Questo libro è una sorta di diario di “bordo” che io ho scritto durante la “trasformazione” fisica di mio marito. Ossia mi sono ritrovata nel giro di un paio d’anni  accanto un marito che è passato da essere un  "extra large" a un "maratoneta"! Proprio così.

La storia parte dal giorno in cui Paolo, mio marito, prese coscienza che il suo peso cominciava a limitarlo nella  vita quotidiana, anche il semplice allacciare le scarpe la mattina, era diventata un'impresa. Da quel semplice gesto scatta in lui il desiderio di dare una svolta alla propria vita. La cosa bizzarra è che il suo obiettivo non sarà solo perdere peso, ma realizzare un sogno ambizioso, ritornare a correre come faceva da ragazzo, per sentirsi libero e leggero! Una vera utopia direi per un uomo di 130 chili!
Da qui l'idea di dare la “parola” ai suoi piedi, che "racconteranno" l'evoluzione di questa storia. Quei piedi che lo aiuteranno prima a cambiare il suo stile di vita per poi fargli riscoprire nella corsa il mezzo che lo aiuterà a vivere più sano e a sentirsi libero...



In queste pagine si scopre dunque che anche i sogni improbabili a volte si avverano. Con i piedi e con il cuore  il suo sogno si è avverato, ce l'ha fatta. Ad oggi ha superato 50 maratone e ultra, riuscendo a correre gare di 24 ore di seguito, senza mai fermarsi!

Il mio ruolo è stato quello di stargli accanto, per lui sono stata una presenza fondamentale per continuare a crederci nei momenti meno favorevoli. 

Stampare il libro è stato un mio atto d’amore, o meglio una lettera d'amore al compagno della vita. Dall'età di 19 anni stiamo insieme e siamo cresciuti insieme. Quando un rapporto dura da tanto, si tende a pensare che tutto quello che c’era da dire si è già detto. 
Io credo invece che se si vuole bene, ma bene profondamente, va confermato sempre, senza dare nulla per scontato Anzi  la tenerezza di una parola e di un gesto scaldano il cuore ancor  più quando i capelli sono ormai bianchi e le prime rughe cominciano a incorniciare un sorriso.

Quando ho deciso di aprire una pagina f.b., mi è sembrato naturale dare continuità alla mia creatività. mettendo la stessa denominazione del libro: Da una "creatura di carta", qual'è il libro, continuavo con le altre mie creature realizzate col cotone, con le immagini e... chissà cos'altro mi riserverà il futuro! 

Avendo sempre come filo conduttore il cuore, con il quale mi approccio alla sfera creativa, ed i piedi, con i quali mi muovo verso mete nuove, in terre nuove da esplorare...




D. Quanto è importante per Pupetta l'amore , quello vero?

A questa domanda così importante, si rischia di dare risposte banali e stereotipate.

lo scivolone è possibile. Sarò breve per limitare i danni. Ed ecco sfoggiare il mio banale: "Amore uguale motore di vita". Ma il fatto è che credo davvero che sia il motore della vita che dia valore ad ogni nostra azione e pienezza alla vita di ognuno. 

Per spiegarlo ad un bambino direi che l'Amore e come uno di quei costumi che si mettono i super eroi, che hanno il potere, indossandoli, di fare cose prodigiose, fuori l'ordinario. 

Ecco, l'Amore per ognuno di noi deve essere quel vestito prodigioso che tutto può.



D. Io sono rimasta conquistata dal tuo : che valore dai ad un sorriso?

 Il sorriso è quell' "arma bianca" che permette di abbattere il primo muro che ci separa dall'altro

A volte ci vuole coraggio a sfoggiare un sorriso per intraprendere la strada della riconciliazione dopo un litigio. 

Ma la sua efficace è garantita.




D. Uncinetto, fotografia, scrittura ...cosa dobbiamo aspettarci ancora dalla tua creatività?

la risposta sta nel titolo del libro, (oltre che della pagina): -Dai piedi al cuore. - I piedi, come mezzo per andare lontano, e il cuore, centro nevralgico dove si trova l'energia che alimenta questo movimento. 

Ciò che si incontrerà lungo il cammino, sarà una continua sorpresa che accoglierò con la mia curiosità di bambina.

D. Tre qualità e tre difetti che ti riconosci

Paziente - curiosa - protettiva - permalosa - testarda - distratta. 

Da "consumare" in dosi variabili secondo gli eventi della giornata...


D. Quanti amigurumi hai creato e collezionato fino ad oggi?

Non li ho contati e non credo che lo farò. ma ho sentore che cominciano ad avere il loro "peso" in famiglia. 





D. Hai trovato una lampada , di quelle in cui vivono geni grassottelli e generosi. Ma puoi esprimere un solo desiderio : ce lo sveli o hai paura che non si avveri?

In effetti ultimamente sto accarezzando un sogno, non so se prenderà forma, ma ci sto lavorando. 

La casa paterna è stata la culla di diverse generazioni, è stata teatro e testimone della mia vita e di quella di chi mi ha preceduto. Sempre accogliente e aperta al prossimo. Dopo la perdita dei miei genitori è stato chiuso definitivamente quel portone che stava sempre aperto perchè chi passava potesse fare una sosta.  Per sette anni, non ho avuto il coraggio di ritornare nella mia casa paterna. Mi faceva male trovare il silenzio ad accogliermi invece che delle braccia. Il giorno che ho deciso di ritornare, pensavo di essere forte abbastanza da affrontare i miei fantasmi. Invece come un pugno allo stomaco, ho provato un forte dolore. Il silenzio che temevo, era accompagnato da uno stato di abbandono: l'incuria e il tempo l'avevano stravolta, di ciò che fu, non restava nulla.

A quella vista mi è sembrato di aver tradito il mio passato. 





Ridarle vita ha preso il sopravvento sul mio dolore. Ho iniziato a ripulirla, a ingaggiare operai per avviare lavori di ristrutturazione e di mantenimento. Man mano che toglievo la polvere riaffioravano i miei affetti. 

Aprendo i cassetti, ritrovavo le mie origini, nei manufatti della nonna con i loro deliziosi ricami, l'emozione di accarezzare quei pizzi minuziosamente lavorati mi riempiva il cuore. Ogni angolo, ogni oggetto,  mi restituiva un dolce ricordo.  

Da li mi venne l'idea di valorizzare,  ciò che conteneva quelle mura,come un filo diretto col passato, di dare continuità alla creatività, appartenuta prima di me alla mia nonna paterna. Che in quelle stanze, con i suoi telai ha insegnato l'arte della tessitura a tante giovani ragazze. 

Ho pensato così che potrei integrare con qualcosa di mio, fatto da me, come creare in un angolo della casa una sorta di presepe con personaggi che richiamano persone e mestieri del posto, adagiati nelle pieghe e nei disegni delle coloratissime coperte realizzate con quei telai. 



Vorrei riaprire quel portone tenuto chiuso troppo a lungo, per far entrare e accogliere di nuovo chi è interessato a sentire il profumo della creatività di ieri e di oggi in un armonico connubio.  

Mi sembra una buona idea quella di ritornare da dove sono partita, collegare questo percorso dal legame creativo, e sperare che altri continuino a tenere teso il filo della memoria. Ecco questo è il mio sogno.





A questo punto non mi resta che ringraziare Pupetta per aver portato un dono prezioso sul mio blog: amore , passione, riconoscenza , tradizione . Anzi... molti doni preziosi... 
Non voglio e non posso aggiungere altro a tanta bellezza : voglio solo prendermi tempo per contemplarla ancora e ancora . Per nutrirmi della serenità che riesce a trasmettermi.

Vi abbraccio e vi ricordo che l'intervista è anche su latinacorriere.it

Clelia  

martedì 18 ottobre 2016

Uno scaldacollo , un cappellino e una morbida calda collana

Finalmente mi sono decisa : devo fare spazio per l'acquisto di nuovi filati e materiali e quindi , a meno che non voglia esser cacciata di casa dal mio ultra paziente marito , devo dar fondo a tutto quello che ho accatastato in questi anni.

Ho cominciato con la lana. E cosa c'è di meglio, dato l'approssimarsi dell'inverno,  per un bel coordinato ?

Sciarpa scaldacollo e cappellino si fanno in un attimo e sono davvero molto caldi: anche troppo per i miei gusti ! Qui fa ancora caldissimo, e davvero l'inverno sembra ancora molto lontano.

Ecco come realizzarli.

Procuratevi un filato lavorabile con uncinetto n.4,5 e avviate 4 catenelle.

La sciarpa è lavorata in diagonale con un punto a noccioline molto semplice ma carino.

1 giro : 1 maglia alta , 1 catenella e 2 maglie alte nella prima catenella avviata ; girare

2 giro : 3 catenelle (= 1 maglia alta) 1 maglia alta nella prima maglia alta , 1 catenella , 1 nocciolina nello spazio di 1 catenella seguente , 1 maglia alta nelle ultime 2 maglie alte . girare ( il punto nocciolina si lavora così, montare una maglia sull'uncinetto , puntare l'uncinetto sotto la catenella ed estrarre il filo , ancora una volta montare un maglia sull'uncinetto e passare il filo attraverso le prime due maglie sull'uncinetto ; ripetere questa operazione altre due volte , quindi gettare ancora una volta il filo sull'uncinetto e chiudere la nocciolina passando il filo nelle 4 maglie che si avranno sull'uncinetto. )

3 giro : 3 catenelle , 1 maglia alta nella maglia alta seguente , 1 catenella , 1 nocciolina nello spazio di 1 catenella seguente , 1 catenella , 2 maglie alte nell'ultima maglia alta ; girare

4 giro : 3 catenelle, 1 maglia alta nella prima maglia alta , 1 catenella , 1 nocciolina nello spazio di 1 catenella , 1 catenella , 1 nocciolina nello spazio di 1 catenella , 1 maglia alta nelle ultime due maglie alte ; girare

5 giro: 3 catenelle, 1 maglia alta nella maglia alta seguente, 1 catenella e 1 nocciolina in ogni spazio da 1 catenella seguente, poi 1 catenella e 2 maglie alte nell'ultima maglia alta ; girare

6 giro : 3 catenelle , 1 maglia alta nella prima maglia alta , 1 catenella e 1 nocciolina il ogni spazio da 1 catenella seguente , poi 1 maglia alta nelle ultime due maglie alte ; girare il lavoro

Ora , dal 7° al 48° giro ripetere il 5° e il 6° giro .

Alla fine avrete , nell'ultima riga , 24 noccioline totali.

49° giro : 3 catenelle , 1 maglia alta , 1 catenella e 1 nocciolina in ciascuno spazio da 1 catenella , poi 1 catenella , due maglie alte chiuse insieme lavorate sulle ultime 2 maglie alte ; girare

50° giro : 2 catenelle , 1 maglia alto nello spazio di 1 catenella (= due maglie alte chiuse insieme) 1 catenella e 1 nocciolina in ogni spazio di 1 catenella ,1 maglia alta nelle ultime due maglie alte ; girare

51° giro : 3 catenelle ,1 maglia alta nella maglia alta seguente , 1 catenella e 1 nocciolina in ogni spazio da 1 catenella fino al penultimo spazio , poi 1 catenella 2 maglie alte chiuse insieme (lavorando la prima maglia nell'ultimo spazio di 1 catenella e la seconda sulle 2 maglie alte chiuse insieme sottostanti ) ; girare il lavoro

52° giro : 2 catenelle e 1 maglia alta nello spazio di 1 catenella , 1 catenella e 1 nocciolina in ogni spazio da 1 catenella , 1 maglia alta nelle ultime 2 maglie alte ; girare il lavoro

Dal giro 53 al 96 ripetere il giro 51 e 52

97° giro : 2 catenelle , 3 maglie alte chiuse insieme lavorate ciascuna nella maglia alta seguente , nello spazio di 1 catenella e nell'ultima maglia alta .

Tagliare il filo .

Come vedete a questo punto avrete un bel triangolo

Io poi ho rifinito i bordi con un filato a rete di un colore similare utilizzandolo proprio come un bordino e cucendolo tutto intorno il perimetro.  Poi ho cucito un bottone di legno a forma di gattino . Lo scaldacollo è terminato.



Passiamo ora al cappellino che è davvero molto molto semplice

giro 0 : Fate un anello magico e lavorate all'interno 7 punti bassi.

giro 1 : 2 punti alti in ciascun punto basso . chiudere con un punto bassissimo e voltare il lavoro dopo ogni giro  (= 14 punti alti)

giro 2 : lavorare 14 punti bassi

giro 3 : 2 punti alti in ogni punto basso ( = 28 punti alti)

giro 4 : lavorare 28 punti bassi

giro 5 : 1 punto alto e 1 aumento per tutto il giro (  = 42 punti alti )

giro 6 : 42 punti bassi

giro 7 : 1 punto alto e 1 aumento per tutto il giro ( = 63 punti alti )

giro 8 : 63 punti bassi

giro 9 : 2 punti alti 1 aumento per tutto il giro ( = 84 punti alti )

giro 10: 84 punti bassi

giro 11 : 84 punti alti

giro 12 : 84 punti bassi

giro 13 : 5 punti alti e 1 aumento per tutto il giro ( = 98 punti alti )

giro 14 : 98 punti bassi

giro 15: 13 punti alti e 1 aumento per tutto il giro ( = 105 punti alti )

giro 16 : 105 punti bassi

dal giro 17 al giro 25 alternare giri di punti alti a giri di punti bassi

giro 26 : 1 punto basso e 1 diminuzione per tutto il giro

giro 27 : tutte diminuzioni

Rifinire il cappellino con un bordino di proprio gusto , o con un semplice giro a punto gambero.



Per le meno freddolose , o comunque per le giornate meno fredde , o anche semplicemente perché ci piace, ecco invece una "collana" di lana molto chic.

Questa è davvero facilissima. Potrete sbizzarrirvi con i colori come meglio credete : ogni volta ne verrà fuori un "gioiello" diverso.

Sarà sufficiente realizzare 5 fili di foglioline divise tra loro da un  certo numero di catenelle.

Avviate 9 catenelle e iniziate a lavorare la prima foglia in questo modo :

1 mezza maglia alta nella terza catenella dall'uncinetto
3 maglie alte
2 mezze maglie alte
3 maglie basse nell'ultima catenella ( per voltare il lavoro e poter proseguire in modo simmetrico sull'altro lato della catenella)
2 mezze maglie alte
3 maglie alte 1 mezza maglia alta
1 maglia bassa
1 maglia bassissima

A questo punto fare 29 catenelle e lavorare un'altra foglia , praticamente le foglie sono distanziate tra loro da una ventina di catenelle .

Per ogni filo io ho lavorato 10 foglie .

Ho terminato sempre il filo con una foglia e ho chiuso in cerchio .

Terminati i cinque fili di foglie e catenelle , realizzate altre foglie puntando a caso l'uncinetto nelle catenelle tra le foglie .

Lavorate 14 catenelle e realizzate una foglia ( ogni foglia aggiunta sarà quindi attaccata al filo principale da 5 catenelle ).

Quando tutti i fili saranno pronti uniteli tra loro in due punti opposti all'apice e alla fine in modo da tenerli fermi .

La vostra collana è pronta e potrete indossarla così lunga , oppure fare un doppio giro intorno al collo e indossarla come un collier : vi terrà caldo e sarà utilissima per ravvivare un vestito troppo serioso.


Spero che queste piccole idee vi siano piaciute , vi abbraccio .

A presto

Clelia