I MIEI LETTORI

giovedì 29 giugno 2017

Un tè con l'autore. Incontriamo Silvana De Mari

Benvenuti a questo nuovo appuntamento con Un tè con l'autore.

Oggi conosceremo meglio Silvana De Mari , un'autrice a me molto cara e di cui vi avevo già parlato in questo  post .



Silvana benvenuta e grazie per avere accettato di essere mia ospite. Lei si definisce un medico che scrive. La scrittura è una cura per se stessa o una terapia per chi la legge?

Entrambe le cose. La narrazione è il sistema più antico ed efficace per modificare i neurotrasmettitori di che legge o ascolta, ma le emozioni deve provarle anche chi scrive.

foto dal web

Scrive libri per ragazzi. Crede che siano un efficace strumento educativo? 

Ne sono sicura. Oltretutto quello che abbiamo letto a 12 anni lo ricordiamo per la vita.


Come si parla ai giovani d'oggi? Come si arriva ai loro cuori ? Ma, soprattutto, come si avvicinano i giovani alla lettura ? 

Alternando struggente e esilarante: è necessario saper far ridere e commuovere. E parlare di coraggio e speranza.

Ferisce più la parola o più la spada? 

In teoria la spada, il mitra più della spada, la cintura esplosiva più del mitra. 

Ma ci sono parole maligne che si sono propagate e hanno portato la follia e i morti sono stati milioni. 

L’effetto delle parole può essere anche il Male.


Spesso ci si chiede , appassionandosi alla lettura di un libro, come abbia fatto lo scrittore ad inventare quella data storia , se scrittori si nasce o si possa diventarlo . 

Tutti nasciamo potenziali raccontatori di storie.

Se cominciamo a scrivere la nostra capacità narrativa aumenta. 

Le idee vengono scrivendo, una concatenata all’altra. 

Mi piacerebbe conoscere il percorso di vita che l'ha portata a decidere di scrivere . 

Ho cominciato a scrivere a diciannove anni, dopo aver visto Brancaleone alle Crociate, film straordinario che rappresentava un eroe straordinario, Brancaleone, che per certi versi aveva alcuni tratti di cialtronaggine, ma era comunque un coraggioso e un giusto, con un linguaggio, creato mischiando dialetti meridionali con un latino molto maccheronico e un italiano arcaico, che era un gioiello.

In quell’occasione ho scritto le prime trenta righe di un racconto, Il Cavaliere, la Strega, la Morte e il Diavolo, che poi ho dimenticato in un cassetto e ho ritrovato per caso vent’anni dopo, durante una guardia di Ferragosto, una guardia particolarmente tranquilla. 

Quando ero di guardia generalmente studiavo, e io quando studio scrivo (faccio riassunti). Ero rimasta senza carta e, incredibilmente, questo quaderno era sopravvissuto a un numero enorme di traslochi e al mio stesso matrimonio. 

Avevo ritrovato queste righe ingiallite, ovviamente scritte a mano, e avevo finito il racconto.


Scrivere storie fantastiche , piene di magia , le regala la libertà di affrontare argomenti importanti in libri indirizzati a giovani menti ?

Esatto. La narrazione fantastica ci permette di restare su un piano di leggerezza anche se si parla di temi atroci.


Quali sono le sue letture preferite oggi e quali quelle che l'hanno accompagnate durante l'infanzia?

Rileggo spesso Dante e Shakespeare. E poi ovviamente Tolkien.

Nel Il gatto dagli occhi d'oro, un cane salva la vita di una ragazzina e quella di un uomo deluso e smarrito . E tutto grazie ad un gatto che , magicamente , riesce a fare incrociare le loro strade. Reputa importante crescere e vivere relazionandosi con un animale?

Ho avuto la fortuna di vivere con dei cani. Credo che sia importante, che aggiunga molto.


Ha un suo momento della giornata in cui ama maggiormente scrivere? Oppure un suo luogo preferito?

Ogni momento è buono. Mi piace camminare, soprattutto al mattino. 

Quello è il momento in cui detto le idee sul cellulare.

Quando inizia una nuova storia ce l'ha già subito tutta in testa o prende forma man mano che inizia a metterla nero su bianco?

L’inizio e la fine e le grandi linee sono chiare.

Un'ultima domanda .Gli orchi sono reali e sono ovunque. Come combatterli e vincerli?

Ricordandoci che la morale deve essere rigida, e che quando si arriva all’assassinio intenzionale del bambino non ci sono più margini di dialogo.

Ringrazio Silvana per averci regalato un po' del suo tempo e vi do appuntamento a presto

Un abbraccio 
Clelia


Intervista presente anche su latinacorriere.it





mercoledì 21 giugno 2017

Il libro del mese. Una storia per grandi e piccini


Finito nel carrello di Amazon per errore , colpa degli acquisti veloci , quelli che si fanno semplicemente con un clik per intenderci , che dovrebbero risparmiarci la fatica di riportare ogni volta dati che il sistema già riconosce,  "Attenti al cane" di Michael Rosen  è stato un acquisto fortunato : l'ho letto praticamente in dieci minuti.

E' un libro per bambini alle loro prime letture.

Mi piace così tanto leggere che cerco di trasmettere questa mia passione anche alle mie nipotine.

Mi riprometto sempre però di leggere per prima ciò che poi consiglio loro.

Sono convinta che la lettura di testi per ragazzi ci avvicini al loro modo di pensare e di vedere il mondo creando un'empatia importante per il rapporto che condividiamo.

Consiglio la lettura di "Attenti al cane" a tutti gli adulti che intendano acquistare un cane o un altro animale per i loro piccoli

Adoro gli animali e non potrei vivere privandomi della loro compagnia.

Tuttavia , mi rendo conto che spesso la scelta di adottare un cucciolo viene fatta con troppa superficialità.

Il rapporto che , invece, si instaurerà è speciale ed esclusivo . Necessita di una forte dose di coraggio , amore ed altruismo.

Michael Rosen lo spiega ai bambini e ai grandi  attraverso la simpatia di Strudel , un cucciolo di cane davvero unico.

Un testo piacevole , divertente ed educativo che sicuramente vi piacerà moltissimo

Buona lettura e alla prossima

Un bacione

Clelia

lunedì 19 giugno 2017

Un tè con l'autore. Incontriamo Marco Isone

Benvenuti a questo nuovo appuntamento con Un tè con l'autore .




L'ospite di oggi è Marco Isone, uno scrittore pontino : la terra in cui vivo è terra fertile per artisti , scrittori , e creativi.

Marco ha un cuore giovane, una testa piena di  idee, e una passione grande per la scrittura.

Andiamo a conoscerlo meglio .




D. Ciao Marco , benvenuto . Ci racconti il tuo percorso di crescita nel mondo della scrittura?

 Nasco con la prima proposta editoriale all’età di quindici anni, rifiutata perché a pagamento.

 Poi esperienze teatrali e musicali che mi hanno arricchito, senza trascurare quella relativa ad interessi legati al mondo economico. 

Sino al 2012, anno in cui partecipo a Giallo Latino,  risultando tra i finalisti e quindi pubblicato, evento replicato nel 2013 e nel 2015. 

Nel 2013 incontro Maurizio Tartaglione, con il quale creiamo due cortometraggi, su miei testi:  Giulia per la regia di Christian Antonilli ed Un Bambino Felice di Simone Fabiani. 

Il primo ha partecipato alle selezioni al Berliner Festival. 

Nel 2014 l’incontro con la casa editrice Leucotea con la quale produciamo: nel 2014 Mi-51, nel 2015 
Alfa e Omega, nel 2016  Emme, con un discreto ritorno di pubblico.





D. Ti senti più poeta o più narratore?

Io sono io, e qualsiasi genere abbraccerò sarà sempre il mio.

D. Il genere letterario che maggiormente incontra i tuoi gusti e perché

 Il fantasioso, l’irreale, il fantastico, ma finemente legato alla realtà circostante.

D. Le cinque qualità che non devono mai mancare ad un aspirante scrittore secondo Marco

Umiltà, umiltà, umiltà, umiltà e sempre umiltà.


D. Ci parli del tuo ultimo libro?

Genesia. Un giorno, avevo scritto una pagina e mezza di una storia, ero bloccato.

Per distrarmi incontro sul web una scrittrice di La Spezia e le inoltro l’idea, chiedendo di darmene un giudizio. 

Lei invece mi risponde inoltrandomi un’altra pagina e mezza, prosieguo della prima e così siamo andati avanti.

D. Quando si scrive un libro , una poesia, o magari anche semplicemente un post in un blog, si scrive per comunicare ad altri qualcosa. Cosa vuoi che arrivi ai tuoi lettori ? 

 Non credo nella comunicazione scritta. Io non comunico nulla, accompagno il lettore in un viaggio fantastico, in un corridoio pieno di immagini, i miei libri sono libri in presa diretta.

D. Hai già in mente cosa scrivere nel prossimo futuro?

Certamente sto lavorando a Segrete Speranze.

D. Che tipo di lettore sei?

   Pessimo. Da giovane ho letto moltissimo, ora mi annoio.

D.Si nasce scrittori o si diventa tali?

Credo che lo si possa diventare, ma qualcosa nel dna ci dovrà sicuramente essere.  

Proverò a chiederlo a mio nonno, lui si chiamava Mario Lieto Isone ed era un autore teatrale.


Potete leggere questa intervista anche su latinacorriere.it

A presto

Clelia

venerdì 16 giugno 2017

Intervista col creativo! Anno secondo.La creatività secondo Barbara: incontro con una creativa pontina

Ognuno degli ospiti di Intervista col creativo ha nel mio cuore un posto speciale perché mi avete regalato e mi regalate tutti forti emozioni , che mi fanno sentire ricca ogni volta di più.

Barbara , la dolce ragazza che vado a presentarvi oggi , è mia vicina di casa e fidanzata di un caro amico.

Ho scoperto solo per caso che fosse anche una fantastica creativa e allora mi sono  spiegata il perché della simpatia a pelle che da subito mi ha pervasa.

Non aggiungo altro , voglio che siate voi a scoprire che bella persona è attraverso le sue stesse parole...


  • Ciao Barbara ,benvenuta. Ci piacerebbe conoscerti meglio , ci racconti qualcosa di te?
Ciao a te Clelia! Eccomi qui… che dire di me? Sono una studentessa all’ultimo anno di Mediazione Linguistica, così fissata con l’inglese e tutto ciò che riguarda la cultura anglosassone, da tatuarsi sulla schiena l’intero skyline della tanto amata Londra.


Amo leggere, passeggiare, le poesie (soprattutto quelle del poeta romantico John Keats), giocare a calcetto e gli animali. 

Ho un cucciolo di labrador di 10 anni, Roy e un gatto un po’ antipatico che si chiama Mirtillo. ADORO I GATTI!!! 

Insomma, un’inguaribile romantica che si emoziona per un tramonto o un sorriso inaspettato , che ama ritagliarsi dei piccoli momenti di tempo per perdersi, con la testa tra le nuvole, tra i bijou.
  • Realizzi degli splendidi gioielli , da dove trai ispirazione per le tue creazioni ?
L’ispirazione è qualcosa che non so spiegare… sembrerà strano, ma il più delle volte basta sedermi e sommergere completamente il tavolo da lavoro con perle, cristalli e tutta l’infinità di materiali diversi che uso per le mie creazioni; me ne sto ad aspettare, guardando tutti quei piccoli pezzettini ed è li che, mentre mi perdo tra quei colori, tutto prende forma e arriva l’ispirazione, quell’accostamento giusto che visualizzo nella mente e poi traduco in realtà.

  • Com'era Barbara da bambina? Un maschiaccio , oppure una romantica bambina che si divertiva ad imitare i grandi ?
Da bambina ero un maschiaccio in tutto e per tutto: capelli cortissimi e corse spericolate in bicicletta.

Crescendo non sono migliorata, anzi, mi sono dedicata al karate, kick boxing ed ora anche al calcetto. 

Nonostante non fossi affatto una bambina da danza e tutù, amavo giocare con le Barbie e, quando non tiravo calci al pallone, già da piccola adoravo fare braccialetti con le perline e i bottoni che mia nonna conservava per me in una scatolina di latta.
  • Quali sono i tuoi colori preferiti, quelli che preferisci utilizzare nelle tue creazioni?
Fosse per me farei collane, bracciali e orecchini solo dai toni viola e lavanda, che adoro ma, collegandomi con la realtà, mi rendo conto che non tutti potrebbero essere del mio stesso parere. 

Per questo, nelle mie creazioni, preferisco mantenere una linea dalle tonalità delicate e pastello. 

Non mancano però, le volte in cui mi piace osare con toni sgargianti o più intensi e total black.

  • Diciamo che puoi esprimere un desiderio , uno soltanto , quale sarebbe e perché ?
Beh, da sognatrice quale sono mi auguro che tutti a poco a poco possano vivere il mondo e la vita di tutti i giorni con un tocco di rosa in più o, ancora meglio, vederli attraverso il riflesso color arcobaleno di un cristallo.  


  • Sei più da pomeriggio sul divano a rilassarsi o sempre in movimento , impossibile tenerti ferma?
Da buona pigrona quale sono, amo mettermi comoda sul divano e rilassarmi guardando una delle mie serie tv preferite ma allo stesso tempo non riesco a starci per più di qualche ora, perché poi mi stanco ed ho voglia di fare altro.

Per questo direi che mi accontento di un buon equilibrio tra un po’ di tempo sul divano e qualcosa di diverso, come una lunga passeggiatina col cane.

  • Il valore di un sorriso , secondo Barbara.
Il sorriso è qualcosa di prezioso.

E’ in grado di cambiarti esternamente, illuminandoti il viso e facendoti sentire allo stesso tempo sereno e sollevato. 

La cosa più bella è che può essere contagioso, può distoglierti se sei in una giornata no o renderla ancora più bella di quanto già sia.

Sorridere non costa nulla e far sorridere è qualcosa di ancora più spettacolare perché implica un pensiero o un gesto carino pensato ed indirizzato a qualcun altro che sicuramente apprezzerà


  • Barbara crede nella magia?
 La magia esiste eccome! 

Magari non sarà quella che, nell’immaginario comune, è fatta di incantesimi e poteri magici, ma comunque sia la magia esiste e prende le sembianze dell’amore che riceviamo e soprattutto diamo, di una risata, della gioia di vivere e apprezzare ciò che si ha, del riunirsi con la famiglia, dell’accarezzare un micetto, di uno sguardo d’amore reciproco con il proprio compagno/a senza che siano dette parole, di un traguardo raggiunto o ancora di una sorpresa ricevuta. Tutto può essere magia se affrontato con lo spirito d’animo giusto.
  • Diresti che una persona dotata di fantasia e ricca di estro sia un pochino magica?
La fantasia e l’estro sono caratteristiche che rendono speciali le persone e le cose che fanno. 

Gli artisti più di tutti sembrano avere un’aura magica che li fa appartenere ad un mondo diverso, un mondo tutto loro in cui possono esprimere ciò che sono e dar vita alle idee. 

Se non è magia creare dal nulla qualcosa di creativo ed artistico, cos’altro potrebbe esserlo?
  • Tenere le mani in movimento e la testa sempre piena di idee mi rilassa e dà un senso alle mie giornate . Tu cosa ne pensi ? Quanto è di conforto per te poterti dedicare alle tue passioni ?
Per me il relax è esattamente tenere le mani in movimento e la testa piena di idee. 

Poter dedicare tempo alle mie passioni, in particolare a questa di creare, è una cosa indispensabile nella mia vita che mi fa sentire viva, serena e soddisfatta. 

In ogni mia creazione è come se ci fosse una piccola parte di me, una sensazione che ho provato, che mi ispira e prende vita in quel bracciale o in quella collana. 

Le mie passioni sono un diletto e al tempo stesso un rifugio, dove riesco a ritrovarmi ed esprimermi.


Insomma , cosa ne pensate di questa ragazza? Io dico che ha talento da vendere e con il suo sorriso e la sua determinazione riuscirà a realizzare i suoi sogni e, ovviamente,  conquisterà tutti voi .

Qui potrete seguirla e tenervi aggiornati sulle sue creazioni .


Un caro abbraccio a tutti voi 

A presto

Clelia

Intervista pubblicata anche su latinacorriere.it



martedì 13 giugno 2017

La casa viola. Nono capitolo

Sono trascorsi davvero troppi giorni dalla pubblicazione dell'ottavo capitolo.

Non posso che chiedervi di perdonarmi per questi lunghi tempi morti. Ma la mia lotta alla cervicale mi vede sempre meno vincitrice.

Comunque oggi sono qui , approfittando dei pochi attimi di tregua che mi regalerà, e vi lascio alla lettura del nono capitolo della storia di Claudia .

Di seguito i link ai capitoli precedenti ... per riprendere il filo del discorso ...









Buona lettura e ....a presto!



Capitolo nono


“ Grazie dottore, l'aspettiamo”

Anna chiuse la chiamata sul cellulare e se lo infilò nella tasca dei jeans.

Prese il vassoio con la teiera fumante e si diresse verso il salone .

Claudia aveva fatto sistemare Greta sul grande divano davanti al camino acceso.

Quando il pescatore era arrivato suonando il clacson della sua Ape,per richiamare la loro attenzione , Claudia stava leggendo uno dei romanzi di Marco: anche se quelle giornate di fine estate ancora regalavano piacevoli temperature durante il giorno , la sera cominciava a far freddo e le spesse mura del casale avevano bisogno di essere riscaldate.

“ Il dottore sta arrivando” Annunciò Anna entrando.

“ Ecco , vedi se riesci a far bere un po' di camomilla alla piccola” aggiunse, posando il vassoio su un tavolino.

Quindi si avvicinò a Greta e le accarezzò piano una guancia: la bimba si era ripresa solo pochi istanti per poi riaddormentarsi. Le bruciava la pelle e aveva il viso arrossato dalla febbre.

Claudia sollevò il plaid che stava scivolando via e la coprì meglio.

Greta aprì appena gli occhi e sussurrò “papà...”

“Stai tranquilla tesoro....” le disse Claudia accarezzandola e spostandole i riccioli castani dal viso.

“Come ti chiami?” le chiese poi approfittando di quel momento di coscienza.

Quando la bimba , a fatica e con un filo di voce , disse il suo nome Claudia impallidì e si allontanò dal divano come se all'improvviso scottasse. 

“Che ti prende?” Chiese Anna.

“Resta con lei , non lasciarla neppure un momento...arrivo subito” le rispose uscendo dal salone e prendendo le scale che portavano al piano superiore.

Ritornò pochi minuti dopo , con l'aria sconvolta , il viso tirato . Tra le mani il taccuino che aveva trovato nell'armadio di Marco e del quale giorni prima aveva parlato con Anna , raccontandole di quella strana storia che la vedeva protagonista insieme ad Alessandro. 

A quel punto la ragazza ebbe la certezza di sapere cosa avesse tanto sconvolto Claudia: anche la bambina del racconto di Marco si chiamava Greta .

Certo poteva trattarsi di una casualità, ma Claudia non credeva al caso e troppi pezzi di quel puzzle iniziavano a trovare una loro collocazione.

D'istinto si voltò e attraverso la grande vetrata vide il cane della bimba che se ne stava accovacciato , ma in  allerta , in attesa di veder uscire la piccola dal grande portone di legno scuro dietro il quale era scomparsa .

Claudia corse al portone , lo aprì e chiamò :

“Luna , Luna vieni qui”

La cagnolina non se lo fece ripetere e corse incontro alla mano tesa di Claudia , che l'accarezzò sul muso .

Mentre il cane le leccava le dita scodinzolando , Claudia prese a guardare nel vuoto , persa dietro un vorticoso insieme di pensieri che non riuscivano a trovare ordine nella sua testa.

“ Tranquilla Luna , Greta sta bene...tra poco potrete tornare a correre insieme...” disse poi tentando di calmare la cagnolina che aveva preso a lamentarsi , desiderosa di entrare e raggiungere la piccola.

“Dai vai.... ma stai buona “ Luna corse da Greta e iniziò a leccarle il viso e le mani.

La bambina riaprì gli occhi e quando incrociò quelli di Luna sembrò subito stare meglio.

Solo un pensiero le rabbuiò il bel visetto che si era illuminato alla vista del suo cane.

“Stavolta ci siamo proprio messe nei guai Luna.... “ disse con aria preoccupata

“Papà mi punirà … questo è certo” aggiunse con aria rassegnata e sconsolata al tempo stesso.

Claudia aveva osservato  la scena restando in disparte mentre Anna  le si era avvicinata e le aveva messo un braccio intorno alle spalle,  con l'intento di trasmettere tutto il suo appoggio. 

Fu allora che il dottore arrivò.

“ Dov'è la bambina? Chiese raggiungendole all'ingresso del salone.

“Eccola dottore, è lì ...sul divano” indicò Anna.

Luna ,che si era accovacciata sul tappeto , si alzò e scodinzolando salutò l'arrivo del dottore che ricambiò con una carezza sulla testa della bestiola.



Sara aveva cercato bimba e cane ovunque, prima di accorgersi che il cancello era socchiuso.

Le bastò un attimo per capire che le due complici se l'erano svignata insieme .

Subito pensò che si fossero dirette verso il lago , troppe volte Greta le aveva chiesto di portarla lì....

Mentre con passo svelto , quasi di corsa , procedeva sul sentiero in direzione della spiaggia , iniziava a fare buio e Sara pensò che forse sarebbe stato meglio portarsi dietro una torcia , vista la completa assenza di illuminazione su quel tratto di strada.

Tornare indietro però avrebbe richiesto troppo tempo e aveva fretta di trovare la bambina.

Senza rallentare il passo prese il cellulare e compose il numero di Alessandro, preparandosi al peggio.

“Ciao Sara , stavo per chiamarti io” la voce allegra , ancora inconsapevole .

Sara indugiò, in cerca delle parole giuste. Poi tutto di un fiato spiegò ad Alessandro quanto era accaduto e si preparò ad affrontare la sua reazione.

L'uomo dovette accostare sul ciglio della strada per accusare il colpo : Greta era tutta la sua vita. Non se lo sarebbe perdonato se le fosse capitato qualcosa di brutto.

Calcolò che gli ci voleva ancora una buona mezz'ora prima di arrivare in paese e ogni istante era prezioso.

Fu allora che gli venne in mente di chiamare Antonio: lui era del posto e senz'altro avrebbe potuto aiutare Sara nelle ricerche.

Marco glielo aveva presentato durante uno dei loro incontri alla clinica. assicurando che avrebbe potuto contare sull'aiuto di quel ragazzone , che era sempre stato un buon amico suo e di Claudia.

Era stato proprio Antonio a trovare la casa lungo il sentiero e a prendere contatti per lui . Era stato il suo cavallo di Troia all'interno del Bed and Breakfast.

Anche questa volta Marco non si era sbagliato : Antonio si era rivelato un ottimo alleato per Alessandro.

L'uomo chiese ad Antonio di raggiungere Sara sulla spiaggia: sebbene non si fossero conosciuti , non avrebbe faticato a riconoscere la straniera dai lunghi capelli biondi.

Quando Antonio raggiunse la spiaggia era già buio.

Si tolse il casco e iniziò a scrutare tutt'intorno con l'aiuto di una torcia,  finché scorse sulla riva un'esile figura , china a terra, tra le mani un paio di scarpe da ginnastica della taglia di un bambino.

Sara era rimasta letteralmente senza fiato quando aveva trovato le scarpe di Greta abbandonate sull'erba ad un passo dall'acqua gelida del lago.

Aveva iniziato a gridare il nome della bambina e del cane. Ma le erano arrivate le sole risposte dei gabbiani che si ritiravano sulla terra ferma preannunciando una giornata di pioggia.

Non aveva neppure sentito il rombo della moto di Antonio . Se ne stava accovacciata a terra , con lo sguardo perso nel vuoto e le scarpe tra le mani .

Il ragazzo la raggiunse ma dovette metterle una mano sulla spalla per destarla da quello stato di trance, mentre la sera allungava la sua ombra scura tutt'intorno.

Sara sussultò e si alzò di scatto , indietreggiando spaventata.

"Tranquilla , tranquilla, mi manda Alessandro .... Sei Sara giusto? "

Antonio allungò cauto una mano , attendendo che lei gliela stringesse.

Finalmente la ragazza sembrò convincersi e rincuorata dal fatto di poter condividere con qualcuno le sue paure , confessò ad Antonio i suoi funesti sospetti mostrandogli le scarpe di Greta. 

Il ragazzo continuò a guardarsi intorno , concentrandosi nel cono di luce prodotto dalla torcia , finché qualcosa attirò la sua attenzione.

Si avvicinò e raccolse da terra una canna da pesca , abbandonata tra l'erba.

In paese si conoscevano tutti , e non esitò a riconoscere la canna da pesca di Salvatore: per quanto era attaccato alle sue cose , Antonio era certo che l'uomo non avrebbe mai lasciato la sua canna incustodita sulla spiaggia. Qualcosa doveva averlo costretto a lasciare quel posto in tutta fretta.

Cominciò a farsi un'idea di come potessero essere andate le cose e sebbene la preoccupazione iniziasse a salire pensò che fosse meglio non lasciarsi andare ai peggiori presagi e impegnarsi a far luce sull'accaduto.

Si diresse verso la sua moto e prese il casco porgendolo a Sara.

“Metti questo, e tieniti forte” Le disse iniziando a salire sul veicolo

Sara indossò il casco e si accomodò dietro ad Antonio.

Quando il mezzo partì con un rombo, non poté fare a meno di abbracciarlo per tenersi salda in sella .

In un attimo passarono accanto alla casa viola. Sara vide le luci accese e la macchina di Alessandro nel vialetto.

“Non ci fermiamo?” Chiese stupita quando si accorse che Antonio tirava dritto superando il ponte .

“Credo di sapere dove si trovi Greta” Le urlò in risposta cercando di sovrastare il rombo del motore.

Sara sentì l'aria fredda della sera penetrarle nelle ossa. Si strinse ancora di più ad Antonio , poggiando la testa sulle sue spalle.

In pochi minuti percorsero il sentiero. Quindi Antonio svoltò a destra e prese la strada in salita che portava al Bed and Breakfast .

Fu allora che a Sara fu chiaro cosa avesse pensato Antonio.

Le luci del grande giardino del casale sembravano tanti fari in mezzo al mare aperto.

Antonio suonò il campanello , mentre Sara iniziò a pregare tra sé che Greta stesse bene e che si trovasse davvero lì.


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puoi leggere questa storia anche su Latinacorriere.it


giovedì 8 giugno 2017

Intervista col creativo! Anno secondo. Scopriamo insieme "Il lato fresco del cuscino"



Patrick è una delle mie scoperte su Casa Facile. Come già era capitato con Valeria , sfogliando la mia rivista preferita, mi è caduto l'occhio su un trafiletto che lo descriveva come creativo singolare.

Lo sapete ormai ,sono una curiosona , e così l'ho cercato. Ho cercato i suoi lavori e mi sono appassionata alla sua storia.

Ed ora Patrick è qui per voi, in questo nuovo appuntamento con Intervista col creativo ! 

Non ho alcun dubbio ,  ne resterete affascinati.


D. Ciao Patrick , in un'altra vita eri un'educatore , come è iniziata questa tua trasformazione creativa , perché hai scelto di esprimere la tua creatività attraverso le illustrazioni?

Ho iniziato a lavorare come educatore perché sono sempre stato affascinato dalle relazioni umane.

Attraverso l'interazione con gli altri si impara a conoscere molto di se stessi. È stimolante, ma anche faticoso.

Dopo alcuni anni ho cominciato a sentire il bisogno di costruirmi una dimensione in cui potermi esprimere attraverso altri canali. 

Per me rimane tutt'ora prioritaria la comunicazione. 

Disegno le mie illustrazioni e scrivo nel blog con lo scopo di costruire ponti, incontrare persone, conoscere e conoscermi. 

D. Le tue illustrazioni sono anche accompagnate da testi o ti occupi soltanto della parte grafica?


La scrittura è sempre stata un canale comunicativo importante per me. 

Cerco di esprimermi combinando immagini e parole, tentando di non essere troppo didascalico. 

Non descrivo quello che c'è nell'immagine, casomai cerco di aggiungere qualcosa, di offrire una prospettiva in più. 

D. Parlaci della genesi del nome del tuo blog e del tuo brand "il lato fresco del cuscino"

Come scrivo nella pagina "About" del mio sito: "Il lato fresco del cuscino rappresenta un modo di prendere la vita, con leggerezza, che (citando Italo Calvino) non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore. 

Attraverso le mie illustrazioni cerco di trasmettere la sensazione di freschezza sulla guancia di un cuscino appena rigirato, dei sorrisi gentili senza un motivo, del guardare le nuvole. 

I miei personaggi hanno gli occhi socchiusi, ascoltano i sussurri del cuore. Coltivano la gentilezza, piangono lacrime buone, sono sognatori, come me!".


D. Sei appena rientrato da un viaggio in Giappone : cosa ti sei riportato dal lontano oriente? Hai trovato ispirazione per le tue prossime creazioni?

Il Giappone è un paese romantico, gentile e generoso. 

Offre scorci di bellezza in ogni dove. 

Gli incantevoli giardini e i quartieri in cui il tempo pare essersi fermato, raccontano di tradizioni millenarie che hanno conservato tutto il loro fascino. 

È un posto che non va visitato ma vissuto. 

Attraverso il profumo delle spezie, il colore dei ciliegi fioriti, i sorrisi timidi.

La gente è elegante, dentro e fuori. 

Essermi immerso in una dimensione così diversa, in cui mi sono sentito tanto a mio agio, mi ha riempito di energia creativa. Sono curioso anche io di scoprire come mi influenzerà nel realizzare le mie prossime creazioni. 

D. I personaggi che disegni hanno emozioni forti e delicate al tempo stesso: quale messaggio vogliono trasmettere?

I miei personaggi hanno una missione importante: insegnare che ogni emozione ha il diritto di essere espressa e riconosciuta. 

Cresciamo con la convinzione che esistano emozioni "buone" ed altre più scomode, che è meglio non esprimere.

Io non credo sia così. Le emozioni sono preziose, anche quelle che generano lacrime.

Sarebbe bello imparare a sentirsi comodi nel proprio sentire, non censurarsi. 

Col tempo sto imparando a godermi anche i momenti di tristezza, di malinconia. E a convivere più serenamente con la rabbia e la paura. 

Quello che disegno spesso racconta di questo. Del mio tentativo di liberare la mia emotività.

D. La famiglia secondo Patrick

La famiglia è ciò che ognuno considera tale. Io non ho una definizione. 

Per me è bellissimo continuare a scoprire che ci sono tantissimi modi di essere famiglia, tutti bellissimi e pieni di dignità. 

Quello che conta è che le persone trovino uno spazio in cui si sentano accolte e amate. 

Sarebbe bello che fosse la società stessa ad offrire uno spazio simile, ma ci sono ancora molte resistenze nel concedere alle persone la libertà di esprimersi. 

Famiglia per me è dove puoi essere te stesso e sentirti amato.


D. E ora l'amore secondo Patrick : come si vive l'omosessualità ai giorni nostri? Cosa è cambiato nella mentalità comune e cosa vorresti cambiasse ancora?

Per me amore significa libertà. 

L'amore deve renderci liberi, mai prigionieri. Liberi di esprimerci, di essere noi stessi, di sentirci straordinari. 

Richiede anche lo sforzo di concedere all'altro la stessa libertà, accoglierlo per com'è. Non è sempre facile, ma quello che se ne ricava è meraviglioso. 

Soffro molto nell'accorgermi che molte persone si negano questa libertà; arrivano a provare un disprezzo per se stesse che si manifesta in modi a volte palesemente violenti. 

Ci sono dei subdoli cliché culturali che spesso ci fanno sentire sbagliati, generano sensi di colpa, ci spingono a reprimere qualcosa che è parte di noi. 

Non smetterò mai di lottare per la libertà d'espressione. È un valore fondamentale per me. 


D. Le persone creative , secondo te , hanno una sensibilità diversa, più profonda?

Credo che le persone creative tentino semplicemente di esprimersi attraverso il canale con cui riescono a farlo meglio. 

Per riuscirci, serve saper gestire la paura. Del giudizio, soprattutto

D. Patrick è un sognatore? Se si quali i suoi sogni ? 

C'è un verso della poesia "Se" di Rudyard Kipling che amo molto: "Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone; [...] Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa." 

Anche i sogni devono renderci liberi; non prigionieri di obiettivi da raggiungere ad ogni costo. 

Non ho mai creduto nel "ad ogni costo". Sono un sognatore, certo. Ma cerco di fare in modo che i miei sogni non diventino catene.

Mi sforzo di tenere sempre presente che ci sono un'infinità di modi per coltivare la propria felicità. 

Ed a volte sono le cose inaspettate, che non avremmo sognato, a sorprenderci e a farci cambiare prospettiva.


D. Come si parla al cuore delle persone ?

Con il cuore.

D. Il potere delle immagini : si può scrivere poesia attraverso di esse?

 Per me la poesia è uno stato d'animo. E certe immagini generano poesia. 

D. Ora una tua riflessione sul coraggio 

Essere coraggiosi significa saper conservare la fiducia in se stessi, non cedere al giudizio facile e all'odio. 

Significa continuare a credere che la libertà è un valore per cui vale la pena lottare. 

Forse sarò tacciato come idealista, ma alcuni valori di cui pare non si possa più parlare perché troppo banali, mi sembra che banali non lo siano affatto. 

E allora ci vuole coraggio anche per continuare a incoraggiare questi valori, per parlare d'amore, di giustizia, di libertà. Io cerco di farlo attraverso le mie illustrazioni. 

Perché il coraggio può essere espresso con gentilezza. 

Non deve manifestarsi necessariamente in maniera chiassosa e violenta.

Io credo nel coraggio silenzioso e paziente, che fa crescere gli alberi.





D. Come si diventa "leggeri" e ci si scrolla di dosso la pesante , claustrofobica realtà di tutti i giorni?

Ah, come mi piacerebbe saperlo. 

Credo semplicemente provandoci. Cercando di focalizzarsi sulle cose belle e importanti che già abbiamo, anziché su quello che ci manca. 

Ricordandosi di quanto è prezioso un abbraccio, del valore di un sorriso, del cielo. Non lo so. 

Forse solo riducendo i carboidrati. :)



E qui si conclude questa bellissima chiacchierata con Patrick.

Ancora una volta ci viene detto di lasciarci andare, di dare spazio ai nostri sentimenti , di esprimere sempre se stessi: come Claudio  , anche Patrick invia questo messaggio a tutti noi attraverso le sue creazioni.


Intervista col creativo , così come gli incontri di Un tè con l'autore, mi stanno regalando forti emozioni e la possibilità di prendere contatti con persone davvero fantastiche.

Voglio ringraziare tutti voi che continuate a leggermi e voi che avete accolto il mio invito e ci avete regalato le vostre storie .

Quando questo blog è nato , ancora non sapeva bene quale strada intraprendere. Oggi è cresciuto un pochino e soprattutto grazie a tutti voi!

Vi lascio a curiosare sul sito di Patrick  e sul suo shop online , certa che vi brilleranno gli occhi  come ad un bambino in un negozio di giocattoli, e vi auguro un buon pomeriggio.

A presto 

Clelia 

L'intervista è pubblicata anche su latinacorriere.it